Conosci Enrico Levantino

Per raccontarmi meglio ho bisogno di citare una frase tratta da una bellissima canzone di Guccini dal titolo l’Avvelenata:
“vendere o no, non passa tra i miei rischi,
non comprate i miei dischi,
e sputatemi addosso”.

Con questa frase Guccini comunicava che non era disposto al compromesso, al rinnegare sé stesso per avere un maggior successo di critica o di pubblico. Essere sé stesso e cantare nel modo che amava era più importante di soldi e successo e probabilmente fu anche questa una delle ragioni del suo successo.

Sono un imprenditore, vivo bene, sono felice e mai e poi mai avrei voluto impegnarmi in questa avventura di voler risvegliare le coscienze, di aiutare le persone ad avere “occhi per vedere” (come stanno davvero le cose oltre le apparenze); di accendere nei loro cuori la sacra fiamma della ribellione che spinge all’azione incisiva (civile, pacifica, costituzionale). Non avrei voluto, come Don Chisciotte, battermi (sia pure verbalmente) con una lancia spuntata contro i potenti del mondo, ammesso che si accorgano che esisto.

Tengo a precisare che non sono un politico, sono un idealista.

Che differenza c’è, visto che sono qui a discutere di politica per influenzare la politica?

Un politico è colui che cerca di comprendere cosa vorrebbe il popolo per poi sedurlo coi propri discorsi promettendogli esattamente quelle cose (anche se poi non ha intenzione di farle). Se una votazione non va benissimo cerca cosa può fare, come può modificare il corso del suo partito, l’orientamento, al fine di ottenere più voti, più consensi.

Infatti assistiamo a partiti che hanno iniziato dicendo una cosa e poi gradualmente sono arrivati a fare tutt’altro, come, ad esempio diversi partiti inizialmente anti europeisti e ora pro europeismo.

L’idealista non è così! L’idealista se anche prendesse l’1% dei voti non muta il programma in cui crede con tutto sé stesso per ottenerne di più.  Fa sue le parole della canzone di Guccini: non vuole un successo a tutti i costi, soprattutto a costo di perdere sé stesso o snaturare quello che crede sia il giusto programma per il bene italico.

Piuttosto si chiede: “come faccio a comunicare meglio le mie idee? Cosa devo fare per farne comprendere la bontà e arrivare a un 3% di consensi?”

L’idealista si accontenta di rimanere piccolo o crescere poco alla volta ma crede che “fare bene” significhi rimanere fedele a ciò in cui crede e impegnarsi per fare capire la bontà del suo programma.

Ecco io sono questo: un idealista che intende fare politica, senza rinnegare sé stesso e ciò in cui crede.

Quello che voglio è svegliare le coscienze per un’Italia migliore.

Non volevo cimentarmi in questa avventura, sono nelle condizioni ideali per godermi la vita, ma sentivo “QUALCOSA CHE MI BRUCIAVA NEL CUORE”. La sacra fiamma si era accesa in me e mi faceva (e mi fa) ribollire il sangue nel vedere ingiustizie, prevaricazioni, soprusi, abusi.

Da molti anni leggo libri alternativi e mi tengo informato. Osservo. Ho notato subito le manovre dell’élite di potere per il colpo di mano finale per la realizzazione del Nuovo Ordine Mondiale. Io “vedo” il graduale comporsi del puzzle del loro programma dove un’umanità transumanizzata (con microchip sottopelle e connessa ai computer e influenzata da questi) diverrà una biomassa di lavoranti asserviti (resi servi) controllati e manipolati.

Il mio cuore ribelle mi spinge a impegnarmi, non potevo esimermi da una lotta per i diritti e la libertà dei popoli (e continuo a specificare: pacifica, civile e costituzionale). 

Molti non mi capiranno, ma altri sì ed è a questi che mi rivolgo: ai cuori che sono pronti per accogliere questo messaggio per un’Italia migliore.

Mi rendo conto che ho presentato una parte del mio carattere ma non vi ho fatto una presentazione classica. La faccio ora (parlando in terza persona): Enrico Levantino in realtà preferirebbe non presentarsi, non aggiungere altro a ciò che ha già scritto in queste pagine web, perché crede che “il contenuto” di ciò che viene detto ha in sè la propria forza, indipendentemente da chi, saggio o meno, lo ha detto.

In pratica non importerebbe se io fossi angelo o demone, bianco o nero, ciò che conta è se ha valore, se ha senso, se fa il bene dell’Italia e degli italiani ciò che viene proposto.

Ma questo alle persone non basta, vogliono conoscere di più in merito alla persona.

Allora diciamo che Enrico Levantino sin dal 1987 è il titolare di una azienda storica di integratori alimentari per lo sport, la vita attiva e il benessere. E dal 1989 è anche produttore. Lui stesso è un grande esperto in sviluppo e produzione di integratori alimentari. E’ stato un bodybuilder competitivo (cat. dilettanti) ed è un valente tecnico di settore sportivo. Ha scritto vari libri (di fitness) e per alcuni anni fu anche editore di 2 riviste di bodybuilding, fitness e life style.

Enrico Levantino crede che la spiritualità (da non confondere con religione) sia qualcosa di fondamentale per la completezza e l’evoluzione personale.

Dopo un lungo trascorso in varie religioni comprende che la spiritualità è fondamentalmente un percorso individuale, importantissima al fine di produrre persone migliori e una società migliore. Ha studiato molte filosofie new age, esoterismo, Cabala operativa, meditazione alchemica  e meditazioni sciamaniche con l’ausilio di psicotropi (piante sacre). Soprattutto crede che la filosofia del Nuovo Pensiero (che ha studiato a fondo), se diffusa, possa far star meglio le persone, condurle fino a “comprendere” chi sono davvero ed “essere Uno col proprio Sé Divino” e condurre a un mondo migliore e a vivere meglio “anche” negli aspetti pratici come successo, ricchezza, prosperità (su cui ha scritto alcuni libri).

Si rende conto che potrebbe essere criticato e screditato per questo suo parlare di spiritualità, ma in realtà tutto questo rappresenta un valore aggiunto. Cosa è meglio? Un politico/persona che coltiva una propria spiritualità o chi ne è privo?   

Mostrando grande liberismo sociale abbiamo avuto in politica una pornostar, un travestito, possiamo avere anche gay e lesbiche e tuttavia sembra quasi che avere una spiritualità sia invece un handicap.

Credo che i veri limitati e auto screditati siano coloro che tentano di invalidare qualcuno a causa della propria spiritualità, mostrando vera discriminazione sociale e umanitaria.

Ogni persona che coltiva la propria spiritualità, indipendentemente da cosa si occupa nella vita, porta nel suo mondo un valore aggiunto.