Cosa c’è di vero nella storia dei laboratori segreti statunitensi in Ucraina dediti alla confezione di virus letali che i russi si sarebbero affrettati innanzitutto a bombardare?
Il 24 febbraio, con l’inizio dell’attacco russo all’Ucraina, si è diffuso su Twitter l’hashtag #USbiolab. Prima che Twitter lo bannasse (si ricorda che Twitter bannò anche Trump, quindi è tutt’altro che liberale, tutt’altro che indipendente. E’ invece al servizio delle lobby), si trovavano con facilità cartine come quella che vedrete più sotto.
In Ucraina ci sono effettivamente alcuni laboratori biologici legati agli Stati Uniti: ma non si sa, con precisione, dove si trovino.
Inoltre sono ufficialmente dediti a scopi pacifici, tipo lotta preventiva a virus potenzialmente dannosi o letali (le solite “balle” americane). Peraltro, sempre ufficialmente, a quegli scopi si dedicava anche il laboratorio di Wuhan. Di fatto, a torto o a ragione, i russi da molti anni temono queste installazioni. Ecco la cartina comunque:
In Ucraina se ne contano almeno 13 (forse 15). Ecco dove, probabilmente, sono localizzati quelli ufficiali: 4 a Kiev, 3 a Leopoli, 1 a Odessa, 1 a Charchiv, 1 a Kherson, 1 a Ternopil, 1 a Uzhgorod e 1 a Vinnica. E’ il più alto numero di laboratori nelle ex repubbliche sovietiche e oggi controllati dagli americani: l’Ucraina, infatti, capeggia la speciale classifica davanti a Georgia, Azerbaigian, Armenia, Kazakistan, Kirghizistan, Moldavia e Uzbekistan.
Scrive il giornalista d’inchiesta Marco Civitanova: “Questi laboratori, dove sono esclusivamente impiegati specialisti statunitensi con immunità diplomatica (pur non essendo diplomatici, ma tutti militari), dipendono direttamente dal ministero della Difesa Usa e sono comparsi in Ucraina durante la presidenza del filoatlantista Viktor Juschenko: il 29 agosto 2005, tra Pentagono e il ministero della Sanità ucraino venne stipulato un contratto di cooperazione per la prevenzione delle tecnologie proliferanti di agenti patogeni utilizzati nello sviluppo di armi chimiche”.
Spesso e volentieri, un ottimo ‘paravento’ per fare esattamente il contrario…
Continua Civitanova: “Il finanziamento di questi centri raggiunge i 2 miliardi di dollari, erogati da DTRA (‘Defence Threat Reduction Agency’). Partecipano al progetto anche lo STCU (‘Science and Technology Center in Ukraine’), un’organizzazione intergovernativa che, ufficialmente, è preposta al controllo della non-proliferazione delle armi nucleari, chimiche e biologiche; nonché le maggiori compagnie che costituiscono il cartello farmaceutico globale (il cosiddetto ‘Big Pharma’): Bavarian Nordic, Cangene Corporation, Dor BioPharma Inc., Dyport Vaccine Company Llc, Elusys Therapeutics Inc., Emergent BioSolutions, Hematch Inc., Humane Genome Sciences Inc., NanoViricides Inc., Pfizer Inc., PharaAthene, Siga Technologies Inc., Unither Virology Llc.”.
Come si vede dai nomi, non poche sigle si occupano di virus & vaccini, in pole position, naturalmente, Pfizer pigliatutto.
“L’attività dei laboratori è svolta al di fuori dei confini statunitensi; è gestita dal Pentagono (vale a dire un’istituzione militare, non sanitaria), è tenuta sotto segreto assoluto e non può essere controllata dai governi locali. Inoltre, i risultati sono inaccessibili ai ministeri della Sanità locali che collaborano con il Pentagono nei paesi interessati e il numero degli specialisti locali coinvolti deve essere ridotto al massimo. Si può ipotizzare che gli Stati Uniti creino simili laboratori nelle nuove ‘colonie’ post-sovietiche non solo per tutelare il proprio territorio dal rischio di perdite e fughe di materiale tossico, ma anche per usare gli abitanti locali come inconsapevoli cavie oppure aggirare il divieto della Convenzione di Ginevra del 1972 e produrre illegalmente armi biologiche”.
Scrive Renat Kuzmin (deputato ucraino) su Facebook nel 2018: “La Convenzione di Ginevra del 1972 proibisce la fabbricazione delle armi batteriologiche e, per questo motivo, l’esercito americano non le produce negli Stati Uniti. Come mai?, Perchè al mondo ci sono moltissime località, come l’Ucraina o la Georgia, dove è possibile produrre e testare virus mortali sulla popolazione locale. Basta creare un laboratorio militare, dargli un nome innocuo, come ‘Stazione epidemiologica sanitaria’ e assegnargli un supervisore ..,”
E INFATTI LE FUGHE DI VIRUS NON MANCANO
La storia dell’Ucraina è densa di “incidenti”, “fughe di laboratorio” ed “epidemie” più o meno gravi .
- Nel 2009 la regione di Ternopil fu colpita da un virus che provocò una polmonite emorragica: 450 gli infetti, 14 i morti.
- Quattro anni dopo 33 vittime per un’epidemia di colera.
- Nel 2016 a Charchiv un virus mai identificato ammazza 20 militari;
- due mesi dopo una febbre suina colpisce 364 persone.
- Nell’estate 2017 ad Odessa scoppia un’epidemia di epatite A,
- dopo qualche mese arriva fino a Charchiv.
- l’ultimo episodio si verifica a Ternopil, poche settimane prima dello scoppio della pandemia a livello mondiale. Infatti a inizio gennaio 2020, si diffonde tra la popolazione una forma di polmonite virale molto aggressiva.
Questa catena tragica non poteva non causare molte polemiche che hanno raggiunto il preesistente filo americano Volodymir Zelenskyj.
Due deputati, Renat Kuzmin e Viktor Medvedchuk presentano una petizione e denunciano: “non è escluso che l’attività segreta e poco limpida di pericolosi siti stranieri sul territorio ucraino sia diretta a testare l’effetto di virus e batteri sull’organismo dei nostri concittadini”.
Una preoccupazione più volte espressa anche dalla portavoce del ministero degli esteri russo, Marija Zacharova. Commenta Civitanova: “I timori della Zacharova sono ben comprensibili: oltre al fatto che i laboratori in Ucraina e in Asia Centrale stanno accerchiando la Federazione russa, bisogna ricordare che nell’estate 2017 il ministero dell’Aviazione statunitense ha acquistato dei campioni di molecole Rna appartenenti a cittadini russi di razza europoide. E’ chiaro che, se i timori risultassero fondati, la Russia si troverebbe accanto un Paese che ospita laboratori in grado di sferrare attacchi biopatogeni dalle conseguenze gravissime. Secondo Igor’ Nikulin, esperto militare ed ex membro del Comitato Onu per le Armi Biologiche e Chimiche, i campioni sono stati infatti richiesti per la produzione di armi biologiche”.
Venendo a tempi più recenti, nell’estate scorsa un consigliere di Putin ha affermato di avere buoni motivi per credere che gli Stati Uniti stessero sviluppando armi biologiche in laboratori segreti situati in prossimità dei confini di Russia e Cina. Poche settimane fa la Russia ha condotto trattative con i Paesi limitrofi per ottenere standard di trasparenza dei laboratori biologici e divieto di accesso ai militari.
Alla luce di questi fatti, è verosimile ritenere che la Russia intendesse davvero impadronirsi dei laboratori dell’Ucraina. E che volesse farlo al più presto, anche: prima che di lì potesse uscire qualsiasi cosa.
DOVE C’E AMERICA C’E’ GUERRA E COMPLOTTO
Ovunque, sullo scenario delle ‘biologic wars’ l’America è presente. Da Wuhan alle decine di laboratori sparsi nelle ex repubbliche sovietiche e a tanti altri in mezzo mondo: per uno stratosferico totale che viene calcolato – certo per difetto – in circa 400 unità.
Una pandemia globale, quindi, sempre e regolarmente a stelle e strisce.
E poi dicono che “il cattivo” è Putin.
Fonti:
- https://visionetv.it/ucraina-biolabs-i-laboratori-usa-di-armi-biologiche-distrutti-dai-russi/
- https://www.nogeoingegneria.com/effetti/politicaeconomia/nel-cuore-dellucraina-i-13-bio-laboratori-militari-super-segreti-degli-stati-uniti/
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