INTEGRAZIONE SOCIALE DEI ROM

Wikipedia definisce cosi i Rom: “sono uno dei principali gruppi etnici della popolazione e relativa lingua “romaní”, conosciuti anche come “gitani” o “zingari”, anticamente originaria dell’India del nord”.
Sono circa 170.000 in Italia. In origine erano nomadi, ma negli ultimi decenni sono fondamentalmente stazionari in quelli che sono chiamati “campi Rom”.

Quasi sempre vengono discriminati dal mondo del lavoro sia perché spesso non sanno bene l’italiano, sia per una mancanza di istruzione (della maggioranza), sia per la cattiva reputazione che la maggioranza delle persone associa a queste persone.

Non trovando posti di lavoro è davvero difficile mantenersi per queste persone. Così tocca allo Stato mantenere loro e i loro campi Rom. Soltanto a Roma costano 25 milioni di euro all’anno! Che significa TASSE per gli italiani. Se si moltiplica per i rimanenti Rom sparsi in Italia ne risulta un peso economico mostruoso.

Per quale ragione gli italiani dovrebbero avere ulteriori aggravi di tasse per mantenere i Rom? Se riescono a integrarsi nella società italiana gli immigrati clandestini che giungono dall’Africa e dall’Asia, senza neppure conoscere l’Italiano, perché non potrebbero integrarsi anche i Rom?
La vera discriminazione sarebbe lasciarli in quello stato ai bordi della società, nel loro vivere da emarginati che a volte li induce a essere protagonisti, in negativo, nelle cronache dei media.

Basta finanziamenti a go-go a fondo perduto senza che le cose cambino.   

Secondo “Cuori Ribelli” (che nasce dal libero pensiero di Enrico Levantino) è indispensabile un programma di integrazione sociale basato sui seguenti punti:

  • I Rom che non sono di nazionalità italiana dovrebbero essere trattati come qualsiasi altro immigrato irregolare o regolare (se hanno i documenti in regola).
  • I Rom di nazionalità italiana dovrebbero ricevere un “reddito di integrazione” a patto che mandino i figli a scuola e non commettano atti illegali. La violazione di questi punti da luogo a una sospensione del reddito di integrazione.
  • Zero spese, per qualsiasi motivo, per i loro campi Rom. Accettare che vivano nei campi Rom significa “discriminarli” e lasciali ai margini della civiltà. Significa lasciarli vivere una vita da emarginati in una comunità che si emargina.
  • Al posto dei campi Rom, coloro che lo desiderano dovrebbero ricevere delle case popolari. Tuttavia non deve accadere di palazzi interamente occupati da Rom. Ancora una volta significherebbe discriminarli e isolarli dal mondo ammassandoli in quelli che verrebbero poi chiamati “palazzi Rom” con una accezione negativa. Le famiglie dovrebbero essere distribuite in modo sparso. Non più di una famiglia per palazzo, in modo che possano “integrarsi” con altre persone. Avrebbero quindi una residenza fissa, un passo fondamentale per avere un lavoro e vivere come una normale famiglia italiana. E’ però fondamentale che ci sia una legge che tuteli i Rom nel caso venissero discriminati dagli altri condomini, ma al tempo stesso che ci sia una legge che tuteli i condomini da eventuali comportamenti problematici causati dai Rom.
  • Visto che ora avrebbero un “reddito di integrazione” e una casa popolare se i figli minorenni non vanno a scuola o vengono sorpresi a elemosinare o commettere atti illegali, devono essere messi in istituti (situati ad almeno 500 Km di distanza dalla loro sede) che possano occuparsi della loro istruzione ed educazione.  Infatti cosa farebbero le assistenti sociali se una famiglia italiana non mandasse il loro bambino a scuola o se addirittura lo mandassero a elemosinare? Lo porterebbero in un istituto per proteggere il bambino che ha diritto di essere protetto, curato, educato e istruito. Non farlo coi bambini Rom significherebbe ancora una volta discriminarli. Vanno protetti e trattati nello stesso modo.
  • I bambini Rom “devono” andare a scuola (non a caso si chiamano scuole dell’obbligo) con gli stessi diritti e doveri (ad esempio le vaccinazioni) dei bambini italiani. Cosa avverrebbe a un bambino italiano se i genitori non lo mandassero a scuola o non lo vaccinassero? Come si comporterebbero le assistenti sociali nei confronti di una famiglia italiana? La stessa cura e protezione che avviene per il bambino italiano sia applicata anche al bambino Rom. Altrimenti è di nuovo discriminazione.
  • Chiunque (italiano o straniero) sia sorpreso a rubare o commettere atti illegali riceve (in uno Stato che funziona) una pena commisurata al reato commesso.  Dovrebbe pertanto essere istituita una norma di legge che coloro che percepiscono soldi dallo Stato (come con un “reddito di integrazione”) siano processati per direttissima e ci sia un’aggravante ai fini della condanna.       
  • Solo punendo gli atti illegali con certezza di pena (detenzione, perché ogni sanzione economica finirebbe nel nulla) e facendo crescere in modo sano i loro figli, e i figli a venire, potremo integrare i Rom nella nostra società. Altrimenti rimarranno sempre un’etnia a parte, che neppure conosce bene l’italiano.
  • Il programma finanziario dovrebbe durate per tutto il tempo necessario all’integrazione, una volta accomodati in appartamenti popolari, con sufficiente istruzione scolastica possono essere spostati nel programma per dare un lavoro ai poveri (e cessa il “reddito di integrazione”)

Nel passato quando qualche politico ha cercato di fare qualcosa riguardo ai Rom sono intervenuti il Papa (a fare il generoso con le tasse degli italiani, ma non con un solo euro del Vaticano) e la UE accusando di discriminazione e impedendo di fare qualcosa al riguardo. Tuttavia Papa e UE sbagliano e l’Italia dovrebbe sbarazzarsi della UE perché l’Italia appartiene agli Italiani e non vogliamo una commissione europea (eletta da nessuno) che ci “imponga” cosa fare.  

Discriminazione è lasciare che continuino a vivere nelle attuali condizioni: da emarginati, senza mai divenire per davvero italiani. Ed è anche profondamente ingiusto tassare gli italiani per mantenere 170.000 persone e i loro campi, senza che nulla cambi, senza che nulla migliori. 

Perché gli italiani devono lavorare, pagare le tasse sul proprio reddito, pagarsi le case (affitto o mutuo)  e pagare anche extra tasse per mantenere i Rom? Anche questa è discriminazione (che significa: distinguere, differenziare) ma stavolta nei confronti degli italiani.

Alla fine i Rom italiani devono divenire cittadini italiani a tutti gli effetti, con stessi diritti e stessi doveri. 

Non devono più essere un peso economico e sociale per gli italiani, né devono vivere da emarginati.

L’ITALIA VA A ROTOLI E SEI DELUSO DAL GOVERNO?
Draghi non governa per il bene dell’Italia, persegue altri interessi. Complici i partiti che lo sostengono (per amore di poltrona). Insieme possiamo fare il Grande Reset delle merde politiche. Dai una chance a Cuori  Ribelli: insieme possiamo rifare l’Italia ma dobbiamo essere in tanti. Facebook censura e blocca ma sul nostro canale telegram la “vera” informazione scorre “libera”.
Iscriviti adesso:
https://t.me/cuoriribelli